Specchia sorge alle falde della Serra Magnone e dista 50 Km dal capoluogo. L'econonia del paese, è basata quasi esclusivamente sulla produzione del tabacco, cereali ed olive. Negli ultimi anni, però, sul territorio si sono insediate alcune piccole industrie di manufatti in cemento, per la lavorazione del legno ed un colorificio, che si sono aggiunti agli stabilimenti oleari già esistenti. La nascita del paese risale circa all'anno 1000; alcuni documenti, infatti, attestano che Specchia faceva parte della contea normanna di Lecce. Il nome del paese, secondo la tesi d'alcuni studiosi, deriverebbe dalla presenza sul territorio di una "specchia": questa, è un cumulo di pietre a secco, disposte in forma tronco-conica, d'impianto messapico, utilizzata per l'osservazione delle zone circostanti, ed in tempo di guerra per ltavvistamento dei nemici. Nel 1190, Specchia, divenne feudo del cav. Monteroni, quindi fino al 1463 fece parte del principato di Taranto; divenne poi, feudo dei signori Artus, Della Ratta, Del Balzo, Capua, Braida, Trane Da ammirare nel paese, il Palazzo Protonobilissimo, costruito nel XIV secolo con il tufo, impasto di calce e terra rossa locale, ristrutturato in diverse epoche successive; la Chiesa Parrocchiale edificata nel 1605; la Cripta che si trova sotto il convento dei Cappuccini, poco fuori dal paese, nel cui interno vi sono numerosi affreschi bizantini.

Protettore del paese è San Nicola, che viene festeggiato il 6 dicembre. La tradizione narra che San Nicola si prodigò a favore di tre ragazze che, il padre degenere voleva avviare alla prostituzione, dando in dono a quelle sventurate fanciulle tre borse di denaro affinché si maritassero e conducessero una vita dignitosa con i propri mariti. Gli abitanti di Specchia, venivano soprannominati "scurlisci" (da "scurliscere", che significa scivolare); questo nomignolo, più che riferirsi ad una caratteristica degli abitanti del luogo, riguarda un aspetto del paese sulle cui strade, anticamente, si scivolava con estrema facilità.